Boucle

La storia del pistard François Pervis, che ha scelto le Paralimpiadi per lanciare un messaggio fatto di altruismo, passione e coraggio

Boucle


Un loop, un ciclo da ripetere tante, infinite volte. Un ciclo che però non è mai uguale a se stesso, perché ogni volta che lo ripercorri cresci. Boucle è il documentario di 40 minuti, prodotto dall’Agenzia creativa Yanzi, che narra l’affascinante percorso di vita di François Pervis.
Un percorso che giunge in questi giorni al suo culmine, con la partecipazione di Pervis alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 in coppia con Raphaël Beaugillet. Un messaggio da lanciare, un modo nuovo e maturo di affrontare la competizione, fatto di aiuto, coraggio e stima reciproci.
Questo e tanto altro emerge dalle parole di François, intervistato nei sui luoghi, quelli nei quali è cresciuto, quelli nei quali vive oggi. La passione per la pesca, per le meraviglie della natura, per il suo sport che coltiva da sempre, per le persone che gli stanno accanto. Un grande uomo, che ha tanto da insegnare.

 

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François Pervis - Ci sono storie che cominciano e a tratti s’interrompono. Storie fatte di cadute, di salite, di rinascite. Storie che sembrano finire ma che poi ripartono più affascinati e interessanti di prima. Un po’ come la storia di François Pervis.
Lui, pistard francese, che in carriera ha vinto sette titoli mondiali, quattro nel chilometro da fermo, due nel keirin e uno nella velocità. Lui, che della sfida, con se’ stesso innanzitutto, ha fatto una compagna inseparabile di avventure. Nella buona e nella cattiva sorte.
Perché François Pervis non ha avuto una vita facile. I suoi genitori, contadini, non erano certo benestanti. Ma il padre ha sempre creduto nelle sue doti. “Non avrai i soldi per andare in vacanza, ma avrai sempre una bici della tua misura”, gli aveva promesso. E François ha onorato il patto, mettendoci corpo e anima, vincendo sin da subito. Facendo del velodromo nazionale di Saint Quentin en Yvelines la sua seconda casa, dove allenarsi due volte al giorno, sei giorni su sette.
Ma Pervis non era destinato a percorrere una strada facile. Alti, bassi, cadute e delusioni. Come quella di non essere convocato all’Olimpiade nella quale credeva fermamente. Il vuoto, il buio davanti, per François iniziò un periodo complesso.
Ma, quando la storia si ferma, arriva qualcosa capace di farla ricominciare. E così fu, con un’esperienza profonda in Giappone che lo portò a scoprire il keirin.
Lui, nel keirin, andava forte davvero. Ritrovò la fiducia nelle proprie capacità, ricominciò a vincere, tornò a sognare un’Olimpiade: Tokyo 2020. Per chiudere la carriera in bellezza, per coronare il suo sogno. Ma non è stato convocato in Nazionale.
E qui comincia un nuovo capitolo, la nuova grande sfida di Pervis: no, non parteciperà alle Olimpiadi. Ma alle Paralimpiadi sì. In coppia con Raphaël Beaugillet, ipovedente.
Un nuovo traguardo, un messaggio da lanciare, un modo maturo e profondo di affrontare la competizione. Non lo fai più solo per te. Siete in due. E il sogno è ancor più bello. Perché dai il massimo per te e per il tuo compagno di gara e in qualsiasi modo vada sai che avrai fatto qualcosa di grande per aiutare chi, nella vita, affronta la propria disabilità con grinta e coraggio sapendo di poter contare sull’aiuto degli altri.