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Sguardi d'arte contemporanea

HO CHIESTO ALLA POLVERE

Il video mostra Tosatti in relazione al lavoro svolto per il
Padiglione Italia - BIennale Arte 2022.
Un' analisi del rapporto tra il disegno e le grandi installazioni
ambientali che contraddistinguono la ricerca dell’artista romano.

LEFT BEHIND

Il progetto evidenzia il ruolo che il disegno assume nella produzione artistica di Ian Tweedy attraverso le riprese di un inedito intervento urbano dell'artista, realizzato appositamente per l' occasione.

MERIDIANE

Le Meridiane si basano sulla pratica del disegno a ricalco: su fogli di carta da pacco o su una base ad affresco, l’artista ricalca liberamente (con tempera, pastelli a cera e ad olio, pittura acrilica, pennarelli) il margine fra luce e ombra che filtra attraverso una finestra (di casa o dello studio) o attraverso la vegetazione.
Mediante il colore scelto di volta in volta, registra il tragitto e la rotazione del sole, segnando le sue traiettorie e le variazioni di luce interrotte in corrispondenza degli elementi che si interpongono tra il sole e il foglio, come la finestra da cui la luce penetra nella stanza.

LIU BOLIN

Liu Bolin (Shandong, 1973) è stato definito “l'uomo invisibile”, avendo raggiunto la fama internazionale come l’artista che ha fatto del camouflage il suo tratto distintivo. Rimanendo immobile come una scultura vivente, Bolin integra il suo corpo con il contesto alle sue spalle –grazie a un accurato body-painting– e infine si fa fotografare
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EMILIO ISGRO'

"La cancellatura è come lo zero in matematica, chiamato a formare, da solo, tutti i numeri e tutti i valori".

E' affascinante osservare e ascoltare Emilio Isgrò, artista concettuale e pittore, ma anche romanziere, drammaturgo e regista, uno dei nomi dell'arte italiana più conosciuti a livello internazionale.
A partire dagli anni Sessanta, Isgrò ha dato vita a un’opera tra le più rivoluzionarie e originali, che gli ha valso diverse partecipazioni alla Biennale di Venezia e il primo premio alla Biennale di San Paolo. 
La sua prima cancellatura, processo per il quale è divenuto celebre, risale al 1964, quando lavorava a Venezia come responsabile delle pagine culturali del Gazzettino.

Con quest’azione all’apparenza distruttiva intende mettere in discussione, per riaffermarla, la parola stessa e il pensiero che la sottende.

Come lui stesso spiega: “La cancellatura non è quell’atto distruttivo che si pensa. È un dire no per poter dire un sì alle cose che contano, è un elemento di riflessione.”